mercoledì, 07 Ottobre 2020
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I VENERDI’ DELLA CULTURA – La storia di Paolo: l’uomo di Tarso nel racconto degli Atti degli Apostoli

I VENERDI’ DELLA CULTURA

 

 

La storia di Paolo: l’uomo di Tarso nel racconto degli Atti degli Apostoli

 

9 ottobre ore 18 – Casa dei Carraresi

 

 

Don Michele Marcato, Direttore dell’Istituto superiore di scienze religiose Giovanni Paolo I, sarà l’ospite del prossimo appuntamento con i Venerdì della cultura.

Toccherà a lui inaugurare una serie di tre incontri dedicati all’approfondimento della figura di San Paolo: “La storia di Paolo: l’uomo di Tarso nel racconto degli Atti degli Apostoli” in programma venerdì 9 ottobre; “La storia di Paolo: l’apostolo secondo i filosofi” a cura di Don Stefano Didonè, Direttore dello Studio teologico interdiocesano di Treviso e Vittorio Veneto (16 ottobre) e “La storia di Paolo: il processo” con relatore Luigi Garofalo, Professore di Diritto romano e di Fondamenti del diritto europeo presso l’Università degli Studi di Padova (23 ottobre).

 

La rassegna si svolgerà “in presenza” presso Casa dei Carraresi, nel pieno rispetto delle disposizioni di contenimento di COVID-19.

 

Sarà comunque possibile seguire le conferenze in diretta streaming collegandosi alla pagina Facebook della Fondazione Cassamarca oppure rivederle sul canale YouTube di Fondazione Cassamarca accedendo direttamente dal nostro sito: www.fondazionecassamarca.it.

 

L’appuntamento per ciascuna conferenza rimane invariato, alle ore 18.00.

 

Il progetto è sostenuto dalla società Carlo Alberto Srl.

 

*****

 

Don Michele Marcato

Direttore dell’ISSR Giovanni Paolo I – Veneto Orientale (con sedi a Treviso e Belluno), insegna Sacra Scrittura presso lo Studio Teologico Interdiocesano di Treviso-Vittorio Veneto dal 2004; dal 2009 è stato docente incaricato di Sacra Scrittura all’ISSR Treviso-Vittorio Veneto e dal 2018 è Docente Stabile Straordinario di Sacra Scrittura presso il nuovo ISSR Giovanni Paolo I. Dopo aver conseguito il Dottorato in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana nel 2012, ha pubblicato due monografie sul discernimento e la formazione della coscienza e curato altri due volumi; ha al suo attivo alcuni articoli di carattere scientifico e numerose pubblicazioni di tipo divulgativo.

 

Abstract

Paolo di Tarso è un ebreo della diaspora e, più precisamente, un fariseo, trasformato da un misterioso incontro con Gesù risorto, mentre cercava di distruggere il gruppo di persone che riconosceva in quel Galileo il Messia atteso da Israele. Le informazioni disponibili sulla vita e sulla sua missione di quello che è stato chiamato “apostolo delle genti” sono molto abbondanti, in quanto egli stesso – unico fariseo del I secolo ad averlo fatto – ha lasciato numerosi scritti occasionali destinati alle prime comunità cristiane nate in Asia minore, in Grecia e a Roma. Per chi accosta i testi del Nuovo Testamento, però, la prima “presentazione” di questa appassionante e provocatoria figura della storia, è quella realizzata da Luca, nella seconda parte della sua opera letteraria: Atti degli Apostoli. L’evangelista Luca, tra l’altro, offre anche numerosi dati storici, geografici e giuridici che possono stimolare la ricerca storica di credenti e non credenti, informare riguardo alle relazioni delle comunità cristiane degli anni 80 del I secolo con l’Impero Romano e, per chi legge queste pagine alla luce della fede, aiutare a riconoscere come il vero “protagonista” del racconto sia lo Spirito Santo.

Rileggendo la narrazione lucana, rimarrà forse una domanda senza risposta certa: come mai l’autore del racconto, che doveva avere informazioni relative alla morte di Paolo, avvenuta a Roma attorno al 67 d.C., non ne fa nemmeno cenno?


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